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Il logo del Tippett Studio

PHIL

TIPPETT

di The Dreaming Man (Redazione)

Phil Tippett è un rinomato animatore, designer e artista degli effetti speciali statunitense, diventato famoso per il suo lavoro in alcuni dei film di maggior successo della storia del cinema, tra cui la saga di Star Wars. In questo articolo ne ripercorriamo la carriera e i suoi successi.


Attenzione! I seguenti termini tecnici utilizzati nell’articolo possono essere trovati nella sezione DIZIONARIO:
stop-motion (passo uno)



    Phil Tippett nasce a Berkeley, in California nel 1951. Dopo aver visto Il 7º viaggio di Sinbad alla fine degli anni ’50 – uno dei più grandi successi al botteghino di Ray Harryhausen (maestro indiscusso della stop-motion) – ne rimane talmente colpito che decide di dedicarsi completamente alle arti visive. Dopo aver completato i suoi studi di arte presso la UCLA (l’Università della California) inizia a lavorare alla Cascade Pictures a Los Angeles, una società afferente al mondo cinematografico.

    Nel 1975 Tippett viene contattato da Lucas per realizzare le animazioni in stop-motion di una tra le scene più iconiche della saga, quella olografica degli scacchi in Star Wars (conosciuta come “Holochess”). Inizia così la sua avventura nel cinema.


la scacchiera olografica

I FUTURISTICI SCACCHI ANIMATI DI TIPPETT

    L’ottimo lavoro fatto, lo porta a collaborare con Joe Dante per la realizzazione dei temibili pesci carnivori nel film Piranha (Usa 1978). Il suo nome non verrà però accreditato.
    L’effetto del branco fu realizzato facendo muovere la camera lateralmente ai modellini raffiguranti i pesci. Questi erano poi distanziati tra di loro in modo che sembrassero muoversi tutti insieme. L’attacco alla carne dei malcapitati veniva invece realizzato con inquadrature molto vicine dove i i Piranha erano “sventolati” velocemente dentro l’acqua, accanto alla parte del corpo da attaccare. Il liquido rosso, per simulare il sangue dei malcapitati, e l’acqua facevano poi tutto il resto. In una delle scene del film in cui alcuni sub vengono attaccati dai pesci-carnivori, uno di questi è proprio Phil Tippett, che si regala così un cameo nella pellicola mentre l’altro è proprio il regista Joe Dante.

    Nel 1978 entra a far parte della ILM (Industrial. Light & Magic) dirigendo, grazie agli ottimi risultati raggiunti in così poco tempo, il reparto di animazione ed è proprio qui che inizia a fare la differenza. C’è la necessità da tempo infatti di superare le tecniche di animazione classica legate alla stop-motion, da sempre limitata ad una certa “scattosità” di fondo. L’idea fu quella di iniziare a sfruttare l’avvento degli elaboratori elettronici per la realizzazione delle sequenze di animazione. Co-sviluppò così, insieme allo stesso reparto di animazione, una tecnica che fu poi chiamata “Go motion” che portava di fatto all’estremo l’animazione a passo uno. In pratica veniva utilizzato un computer per i movimenti di alcune parti del modello, mentre il lavoro più pesante lo avrebbe sempre fatto l’animazione classica in stop-motion.

    L’utilizzo dell’elaboratore elettronico permetteva di avere un controllo maggiore sulla fluidità delle animazioni mentre stratagemmi come il far vibrare la cinepresa o muovere il tavolo sui quali erano posizionati i set, contribuivano a realizzare delle inquadrature meno statiche e più mosse, e quindi sfocate, avvicinandole in questo modo alle riprese dal vivo.

    La sua prima applicazione fu nella scena con gli AT-AT imperiali della pellicola de L’Impero colpisce ancora (Usa 1980, Irvin Kershner).

    Ma è con Il drago del lago di fuoco (Dragonslayer, Usa 1981) di Matthew Robbins che la tecnica lo porta alla sua prima nomination agli Oscar proprio per resa realistica dell’animazione del drago.

    I movimenti del drago venivano assistiti da un computer che poteva controllare delle aste inserite nel modello che si muovevano sulle assi X,Y, Z; cioè in tutte le direzioni possibili dello spazio mentre i movimenti della camera venivano garantiti grazie al motion control.

Phil Tippett con un AT-AT di Star Wars
Phil Tippett alle prese con il modello di Dragonslayer

A SINISTRA PHIL TIPPETT ALLE PRESE CON UN AT-AT /// A DESTRA CON LE ANIMAZIONI DEL VERMITHRAX, IL DRAGO DEL FILM

    Nel 1984 Tippett vince l’Oscar, grazie alle lavorazioni fatte per la terza pellicola di Star Wars intitolata Il ritorno dello Jedi (Usa 1983, di Richard Marquand). Tuttavia l’esperienza con la ILM termina però nello stesso anno perchè Tippett si rende conto che può iniziare a lavorare per conto suo. 

    Decide così di fondare in un garage una sua compagnia di effetti speciali chiamata Tippett Studio, non prima di aver concluso però le lavorazioni di un piccolo classico degli anni 80: Howard the Duck (Usa 1986, di di Willard Huyck), ispirato alle omonime avventure del personaggio narrate sugli albi della Marvel. Per questa pellicola elaborerà il design del papero e del mostro alieno, occupandosi per quest’ultimo anche della sua animazione.

Il mostro animato da Phil Tippett in Howard the Duck

    Il primo lavoro come Tippett Studio fu in effetti un esperimento di 10 minuti, parecchio riuscito, dove abilmente Phil aveva messo in campo tutta la sua creatività ed esperienza. Il corto intitolato Prehistoric Beast non passò inosservato e quando, nel 1985, la CBS decise di realizzare un documentario sui dinosauri, lo studio fu incaricato di curarne gli effetti e le animazioni. 

    Il documentario, intitolato Dinosaur! con la presentazione narrante di Christopher ‘Superman’ Reeve, vincerà l’Emmy per il Prime Time (il blocco di trasmissioni che da noi corrispondono orientativamente alla prima serata) portando così, nel 1986, il primo premio allo studio di Tippett e moglie, quest’ultima presidente della società.

    Nello stesso anno, il produttore Jon Davison lo ingaggiò per lavorare al film Robocop (Usa 1987, di Paul Verhoeven). Phil si occupò nello specifico di animare in stop-motion il robot ED-209 coadiuvato spesso dallo stesso Verhoeven,ma è con Steven Spielberg che Tippett cambia la sua direzione artistica. Il regista gli aveva chiesto di lavorare con lui per la pellicola Jurassic Park perché stava da tempo cercando qualcuno che realizzasse dei dinosauri quanti più reali possibili.

    La ILM aveva fatto delle prove con alcune animazioni che non avevano però convinto del tutto il regista. Spielberg si rivolse allora a Tippett sperando che con la sua “Go-motion”, la stessa utilizzata per far muovere il drago che gli valse una nomination agli Oscar, potesse garantirgli quel livello di verosimiglianza che il successo dell’operazione richiedeva. Nel frattempo qualcuno alla ILM aveva chiamato Spielberg comunicandogli che avevano realizzato un altro tentativo, ma stavolta realizzando un primitivo esperimento di animazione fatto al computer con la rappresentazione di un T-Rex.

    Siamo lontanissimi dagli effetti digitali odierni e muovere anche solo un pugno di pixel richiedeva tempi assai lunghi e una potenza di calcolo stratosferica per quei tempi, ma Murren e i suoi erano convinti che se a Spielberg fosse piaciuto ciò che avrebbe visto, sarebbero di sicuro riusciti ad imboccare la strada giusta per realizzare i primi dinosauri completamente in digitale.

    Alla visione della prova, Spielberg ne rimase seriamente colpito. Per la verità lo furono tutti! Rimasero sul serio a bocca aperta sia per il livello di realismo raggiunto dal dinosauro elaborato al computer che per la facilità (apparente) nel ricreare animali estinti da milioni di anni. Si decise così di percorrere quella strada accantonando l’animazione tradizionale.

Phil Tippett con un AT-AT di Star Wars
Phil Tippett e gli effeti digitali di Jurassic Park

A SINISTRA UNA FASE DELLE LE ANIMAZIONI DI ROBOCOP /// A DESTRA TIPPETT ALLE PRESE CON L’ANIMAZIONE DIGITALE

    Pare che Tippett – quando seppe della notizia proprio da Spielberg – esclamò che lui stesso a quel punto si sentiva un dinosauro e che il digitale avrebbe di sicuro trasformato a breve il mondo degli effetti speciali (mai profezia fu più vera!). Nonostante il cambio di registro verso il digitale, Tippett non perse comunque l’incarico. Se era vero che i dinosauri si potevano realizzare in digitale c’era ancora la necessità di capire come animarli e Tippett era l’unico che  con la sua esperienza poteva dare un apporto fondamentale all’impresa. Così l’artista  avrebbe lavorato a stretto contatto con un altra leggendaria figura della ILM: Dennis Muren.

Il resto di Jurassic Park è storia…

    La realizzazione dei dinosauri in digitale da parte della ILM portarono Tippett e il suo studio a cambiare rotta e a virare verso la produzione di immagini generate al computer, colpito sicuramente dalle immense possibilità che questi avevano da  offrirgli. 

    Il Tippett Studio iniziò così ad occuparsi di effetti digitali per il cinema, la televisione e per la pubblicità. Nel suo portfolio si possono annoverare film come Starship Troopers, Revolution, Twilight Saga, Harry Potter, Ted, Il risveglio della Forza, Solo: a Star Wars story e molti altri ancora. 

Lo studio ha prodotto un progetto personale di Phil intitolato Mad God


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